Dintorni

Mantova

Mantova è una città antichissima che ha le sue origini nell’età etrusca. Raggiunse il suo splendore in età comunale e in particolare durante la lunga dominazione della signoria dei Gonzaga (1328-1707). Al periodo comunale e quello di signoria dei Bonacolsi si devono alcune importanti opere come il Palazzo del Podestà, il Palazzo Bonacolsi, il Palazzo della Ragione e le chiese di San Lorenzo (la Rotonda di San Lorenzo) e del Gradaro.

Il Palazzo Ducale è il simbolo della signoria gonzaghesca. Si tratta di una delle più estese ed elaborate regge presenti in Italia, che racchiude circa cinquecento tra sale e stanze con molte piazze, giardini e cortili interni. Notevole, dal punto di vista architettonico, il Castello, la Domus Nova (dell’architetto toscano Luca Fancelli), la basilica palatina di Santa Barbara (di G. B. Bertani). Dal punto di vista pittorico un vero capolavoro è la Camera degli Sposi (del Mantegna), ma splendide sono anche le Stanze del Pisanello e l’Appartamento di Troia (di Giulio Romano).

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Sono tante le bellezze che la città offre, qui possiamo ricordarne solo qualcuna. Di notevole pregio è la raccolta degli Arazzi realizzati su cartoni di Raffaello. Palazzo Te è l’altro simbolo della Mantova gonzaghesca, realizzato sia nella parte architettonica che in quella pittorica da Giulio Romano. Al suo interno di certo meritano una menzione la Sala dei Giganti, quella di Amore e Psiche e quella dei Cavalli. Prima di arrivare a Palazzo Te, si suggerisce una tappa alla Casa del Mantegna. Da segnalare anche il Palazzo di San Sebastiano, di recente restaurato e sede del Museo della città. Per l’edilizia sacra, notevole la presenza di Leon Battista Alberti, autore nella seconda metà del secolo XV delle chiese di Sant’Andrea e di San Sebastiano (ora Famedio dei caduti). Il Duomo, di fattura composita, è notevole specie per il suo interno e per le opere che ospita.

Dopo gli splendori dell’età gonzaghesca la città conosce un altro periodo di fervore artistico nel Settecento specialmente negli anni dell’imperatrice Maria Teresa. Le testimonianze più importanti sono il Palazzo d’Arco, il Palazzo Vescovile, e in particolare il Teatro Accademico. Fra le opere d’arte contemporanea ricordiamo la Cartiera Burgo (P. L. Nervi), sulle rive del Lago di Mezzo di fronte alla città.

Mantova è una città a misura di pedone e di ciclista. Questa vocazione è valorizzata dai percorsi ciclabili che ne segnano il perimetro esterno. La sponda inferiore dei laghi è costeggiata da una pista ciclabile che unisce Borgo Angeli a Porto Catena ed è collegata, all’altezza del Ponte dei Mulini, a quella che giunge sino al lago di Garda. L’Agriturismo San Girolamo e si trova proprio su una pista ciclabile che da una parte arriva alla città e dall’altra a Peschiera.

Medio Mantovano

Il Medio mantovano è il territorio del capoluogo con la fascia dei comuni che ad esso fanno corona. Si tratta di una zona pianeggiante attraversata dal Mincio e chiusa a sud dal Po. Dal punto di vista paesaggistico, belle sono soprattutto le zone umide, oggi aree protette di grande rilevanza naturalistico ambientale (come le valli del Mincio fra Rivalta e le Grazie, i laghi di Mantova, Vallazza e Garzaia di Valdaro, che rientrano nel Parco del Mincio).

La pianura ha una forte vocazione agricola, ma anche zootecnica. Di qui un’industria agroalimentare che si segnala per le molte produzioni tipiche: salumi e formaggi, su tutti il grana padano. Presente anche l’acquacoltura con allevamento di pesce gatto, storione e luccio. Il Medio mantovano offre ricche testimonianze della propria storia secolare e monumenti importanti. La parte del leone, in questo senso, la fa Mantova. I Gonzaga hanno lasciato tali e tante testimonianze che la città si identifica, non senza ragione, con le loro realizzazioni: il periodo d’oro della città è appunto quello legato alla casata, che ne ha fatto una capitale europea.

Oglio Po

Il territorio dell’Oglio Po si va caratterizzando per la ricchezza delle acque e delle zone umide, diventate zone protette dal Parco Oglio Sud. Troviamo così le torbiere di Marcaria e la Garzaia di Pomponesco, interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.  

Il Po qui segna il confine fra Mantova e Reggio Emilia, quindi tra Lombardia ed Emilia. Zona di confine, quindi, e come sempre il Ducato gonzaghesco qui erigeva le roccaforti difensive: il marchesato di Viadana era, difatti, bastione difensivo. Ma un vero splendore è Sabbioneta, la piccola Atene di Vespasiano Gonzaga, di recente dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, città murata con al suo interno il Palazzo Ducale, il Teatro all’antica, di Vincenzo Scamozzi.

Sabbioneta si offre come un museo urbano. Nelle vicinanze si trova un altro prezioso esempio dell’architettura urbanistica di Vespasiano, Rivarolo mantovano con le sue mura, torri, porte e strade rette. Anche qui il paesaggio si va caratterizzando dalla pianura e dalla presenza del fiume.

L'Oltrepò

L’Oltrepò mantovano è la zona del territorio della provincia in destra Po fino all’Emilia, che pure esercita un notevole influsso (come nel dialetto e in generale certi aspetti della mentalità). Siamo in un territorio fertilissimo e ricco di varie produzioni agricole che lega la sua storia e la sua economia al grande fiume, che ha fatto sentire la sua forza anche con ricorrenti inondazioni. Il Basso mantovano, come viene anche nominata questa zona, si caratterizza per la sua agricoltura ricca e specializzata: pere, angurie, meloni, zucche, cipolle. Notevole l’allevamento suinicolo e bovino.

Nel destra Po si produce il parmigiano-reggiano, e questo fa della provincia mantovana un unicum: solo qui si producono i due grandi formaggi, il grana padano e il parmigiano-reggiano. Dal punto di vista ambientale il paesaggio è quello tipico della pianura del Po e presenta aree protette di grande importanza: le paludi di Ostiglia e valli del Busatello, le isole Boschina e Boscone fra Ostiglia e Carbonara di Po. Tutta la zona presenta notevoli testimonianze storico-artistiche, come la Pieve romanica di Pieve di Coriano e l’Abbazia benedettina del Polirone a San Benedetto Po.

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